QUANDO LA SCUOLA ASCOLTA I GENITORI


 

 

Una circolare di  una Direzione Didattica della provincia di Perugia risponde adeguatamente alle richieste di consenso informato formulate da un gruppo di genitori, invitando tutti i docenti delle scuole dell’infanzia e primaria che,  nell’illustrare come di consueto i percorsi progettuali che intraprenderanno durante questo anno scolastico, abbiano cura  di dettagliarne i contenuti e i materiali, indicando l’eventuale presenza di esperti, l’uso di libri e di altro materiale e se trattasi di attività curriculari o extra curriculari”.

La circolare aggiunge alcune indicazioni che non lasciano spazio a fraintendimenti anche riguardo ai materiale didattico utilizzato: “Dovrà, inoltre, essere indicata, se necessaria alle attività, una rosa di pubblicazioni a cui si potrebbe fare riferimento durante lo svolgimento delle varie attività, in base alle tematiche progettuali prescelte, comunicandone i titoli e gli autori”.

L’esaustiva informazione e la condivisione dei percorsi formativi con le famiglie , concorrono a realizzare, nello spirito della Legge 107 , la sinergia fra le varie componenti del processo educativo che permette di parlare di “comunità educante” nel rispetto di tutti e nella garanzia di tutela della libertà di operare delle scelte da parte delle famiglie per quanto riguarda le attività extracurriculari”.

In altre parole la scuola propone un approccio sui diversi temi che deve poter accogliere i punti di vista della singole famiglie che hanno il primato educativo sulle scelte dei propri figli”. Insomma, genitori e dirigenti hanno trovato un punto di incontro sul principio che la lotta alle discriminazioni e il rispetto tra i sessi non possono essere promossi impattando sull’identità dei bambini e dei ragazzi contraddicendo l’intervento educativo della famiglia.

La richiesta di tanti genitori , appoggiata da oltre 2000 firme,  rimanda  all’attesa per la pubblicazione delle controverse linee guida del Ministero dell’Istruzione per l’applicazione del comma 16 della ‘Buona scuola’, quelle sulla lotta alle “discriminazioni di genere” che sono state ampiamente anticipate  e che in alcuni controversi passaggi proponevano una palese decostruzione della identità sessuale.

Appare evidente, quindi,  che se non verrà riconosciuto a livello nazionale l’istituto del consenso informato su questi temi sensibili per la formazione antropologica degli alunni, sarà messo a rischio il fondamentale patto educativo tra scuola e famiglia che con fatica si sta costruendo in diverse realtà locali.