LE TEORIE SUL SUPERAMENTO DELLA IDENTITA’ DI GENERE ( scheda)


«Il gender non esiste» affermano con supponenza gli stessi sostenitori del” fronte di liberazione “dagli stereotipi.

Non possiamo che concordare. Non esiste ‘una’ teoria del gender. Ma ne esistono almeno una decina, E tutte, con sfumature variabili, concorrono proprio a dimostrare il superamento delle identità di genere maschile e femminile per promuovere un quadro identitario fluido, fantasioso e disponibile alle variazioni. Soprattutto libero dagli ‘stereotipi’ come viene definita la divisione fra  maschi e femmine.

E invece basta fare  un giretto in biblioteca per scoprire qualcosa in più su questa teoria «che non esiste».

Cominciamo da Judith Butler, sociologa americana, allieva di Michel Foucault e Jacques Deridda, i filosofi che cominciano a mettere in dubbio le opposizioni binarie del nostro modo di pensare, corpo/anima, uomo/donna, maschile/femminile. Ma Judith fa ancora meglio, applicando quelle teorie al genere. Anzi, proponendosi di staccare il sesso dal genere, perché entrambi – lei sostiene – sono costruzioni intellettuali nelle mani dei poteri forti, la politica, le religioni, la cultura della «costrizione riproduttiva».  «La radicale scissione del soggetto connotato dal punto di vista del genere pone un’altra serie di problemi… Ne consegue che il genere non sta alla cultura come il sesso non sta alla natura».

Prendiamo dallo scaffale ‘I cinque sessi: perché maschile e femminile non sono abbastanza’, scritto dalla genetista Anne Fausto Sterling e pubblicato su ‘ The Sciences’, la rivista della New York Academy of Science nel marzo/aprile 1993. Un testo in cui teorizza la necessità di aprire la strada alla cosiddetta «intersessualità», cioè la possibilità che esistano sessi intermedi tra il maschile e il femminile. Sterling si supera in ‘Politiche di genere e costruzione della sessualità’ (2004), arrivando ad affermare che è inutile elencare tutte le variabili delle identità sessuali, perché «sesso e genere sono meglio concepiti come punti in uno spazio multidimensionale». Peccato che, senza considerare variazioni patologiche, tutte queste «multidimensioni » siano sconosciute alla biologia umana.

Quante  cose si possono scoprire studiando un po’ la teoria «che non esiste».

E allora basta leggere  ‘Genere oltre la legge: la nuova generazione’ (2014), scritto da Kate Bornstein, artista e drammaturga, considerata l’ultima interprete della gender theory, la grande inventrice della fluidità sessuale. Ecco un passaggio eloquente: «La capacità di diventare in modo cosciente e libero uno degli infiniti numeri di genere è la nuova frontiera della sessualità… la fluidità di genere non conosce limiti o regole di genere». E così  il cerchio si chiude. Prendendo alla lettera la profetessa Kate, Google Usa proponeva fino a pochi mesi fa una scelta tra 70 tipologie sessuali declinabili in 70 «sottospecie». Quindi 490 «orientamenti ».

Grottesco e forse solo tragico, ma questi sono i dati di una lunga e sottile campagna , ricca di mezzi, tesa alla destrutturazione della natura umana.